Con l’emergenza sanitaria del Coronavirus che imperversa nel mondo, anche il settore dell’intrattenimento di cui l’esport fa parte ha dovuto prendere alcuni provvedimenti per prevenire la diffusione del contagio e noi di Manaskill abbiamo voluto provare ad analizzare questa situazione e questi provvedimenti.
I danni del Coronavirus nell’Esports
Nel corso degli ultimi mesi sono state rinviate o addirittura cancellate molte delle competizioni periodiche che caratterizzano la stagione competitiva, tra le quali citiamo sicuramente il caso del Lega cinese di League of Legends.
Da pocho LPL ha annunciato che la Lega cinese riprenderà a partire dal 9 marzo prossimo con una sostanziale differenza: il torneo verrà giocato interamente online per la prima volta nella storia di League of Legends, e i giocatori non giocheranno di fronte a migliaia di spettatori, ma prenderanno parte alle partite dalle gaming house delle proprie squadre o, nel caso in cui essi si trovino in province poste in quarantena, giocheranno dalla propria abitazione. Contrariamente, in Corea i player continuano a giocare dal LoL Park di Seoul, ma senza spettatori.
Allo stesso modo anche l’Overwatch League organizzata da Blizzard ha dovuto cancellare molte partite che si sarebbero dovute disputare in Cina ed in Corea.
In Europa la situazione non è dissimile, infatti il governo Polacco ha costretto gli organizzatori dell’Intel Extreme Masters di Katowice a giocare a porte chiuse, facendo registrare ovviamente una significativa perdita economica a fronte di prevenire un possibile dilagare di contagi all’interno della Spodek Arena che può contenere ben 11.000 spettatori.
Anche in Italia i casi di Covid19 hanno costretto molte fiere a dover rimandare o completamente cancellare le date dell’evento. Uno dei casi emblematici del panorama esport è quello del PG Nationals che in questo momento deve ancora annunciare la location delle finali, dopo che il Cartoomics ha annunciato la cancellazione della fiera.
Dire o provare a prevedere quando questa situazione si risolverà è utopico, ma è lodevole vedere da parte delle organizzazioni e dai TO tanto interesse nel trovare una soluzione che possa tenere al sicuro sia i giocatori che il pubblico degli esports.